Jun 21, 2009

Shambala

"Shambhala (scritto anche Shambala o Shamballa), nel buddhismo tibetano è un posto mitico situato in India secondo il Kalachakra Tantra o sotto la catena montuosa dell'Himalaya. Esso viene citato in vari testi antichi come il Kalachakra Tantra e gli antichi testi della cultura Zhang Zhung, precedente all'arrivo del buddhismo nel Tibet.

Shambhala (in tibetano bde 'byung) è un termine sanscrito che significa "luogo di pace/ tranquillità/felicità". Si dice che lo stesso Buddha abbia insegnato il Kalachakra su richiesta del re Suchandra di Shambhala: i suoi insegnamenti sarebbero conservati là. Shambhala sarebbe una società dove tutti gli abitanti sono illuminati, con al centro una capitale chiamata Kalapa. Una concezione alternativa associa Shambhala con l'impero di Sriwijaya dove il maestro buddhista Atisha fu allievo di Dharmakirti da cui ricevette l'iniziazione del Kalachakra. Secondo la leggenda nella città vi dimorerebbe il re del mondo, il quale ha controllo sul destino dell'umanità. Negli anni '40 una spedizione nazista, della famosa divisione occulta, si recò in Nepal alla ricerca di tale città." (da wikipedia)


Noi Shambala lo abbiamo trovato pero' in fondo a via Ripamonti, dietro il piazzale dove fa capolinea il 24, a 300 m dall'Istituto Europeo di Oncologia.

E' un regno in tutto e per tutto. C'e' un re, ci sono cavalieri e damigelle, cavalli e prati verdi, c'e' anche un castello con sale da pranzo e cuochi sopraffini.

A volte si passa la vita girando il mondo in cerca di quello che c'e' sotto casa, proprio come Shambla. La' dove non te lo aspetti, dietro grossi condominii popolari a lato della strada, sulla via che tutte le sere i nomadi percorrono per andare al loro accampamento, si' la' in mezzo a quattro fazzoletti di terra rubati alla citta' dove qualcuno prova a piantare quatto sementi noi abbiamo trovato la pace e la felicita'.

In un momento della vita difficile dove avevo fatica a vedere la luce del giorno il caso mi ha fatto ritrovare un vecchio compagno di scuola, ci ha fatto ritrovare, come 20 anni fa, con una passione in comune. Allora era il mare, oggi sono i cavalli.

Da principio abbiamo un po' forzato il rivedersi e il piacersi, ma poi con il passare delle stagioni, con il fiorire della primavera e i primi raggi caldi del sole anche la nostra amicizia si e' risvegliata.

Non so dove avrei potuto chiedere di piu', o a chi, a chissa' quale dio farlocco, a qualche stupida preghiera. Invece e' venuto da solo senza neanche che lo cercassi, e' venuto lui. Sorrido a raccontarlo: il "re del mondo" e' venuto da noi a donarci un suo cavallo, a insegnarci a sorridere ancora, a indicarci la via.

Ho passato alcuni mesi intontito dall'ebrezza, ho rivisto i miei figli gioire da dentro con gli occhi colmi di stupore e di amore.

Non so perche' sia successo, forse, come si dice, eravamo pronti.